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Channel: Le pecionate
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E dopo il pane ecco le "pizzette senza impasto"

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Vi avevamo già parlato del pane senza impasto, ma, siccome noi siamo pecione e tra pieghe, giri, forme e pirlature ci perdiamo, abbiamo messo a punto una ricetta super collaudata per fare delle pizzette sofficissime senza nemmeno dover impastare! Non ci credete? Allora provate!

Ingredienti

1000 G di farina 0 per pizza o con un buon assorbimento (si può fare anche 700g di farina Manitoba e 300 G di farina 0)
750-800 G di acqua in base al l'assorbimento della farina
5 G di lievito di birra
10 G di sale
5 G di zucchero

Mettere la farina in una ciotola capiente e unire il sale. Sciogliere il lievito nell'acqua insieme allo zucchero.
Unire l'acqua alla farina e mischiare con la forchetta. 
L'impasto si presenterà molto morbido e appiccicoso, no problem. Lasciatelo nella ciotola e coprire con la pellicola.
Mettetelo in frigorifero e lasciatecelo tutta la notte. 
La mattina dopo o anche il pomeriggio, tirare fuori l'impasto dal frigo e Lasciatelo acclimatare per circa un paio d'ore. Trasferire poi l'impasto sulla spianatoia cosparsa di semola e con l'aiuto di una spatola (sistema strech & fold) fate un giro completo di pieghe a tre (o a portafoglio, insomma, quelle della pasta sfoglia). Spezzate in due l'impasto e ripetete per ciascun pezzo le pieghe. Coprite a campana e lasciare riposare per circa mezz'ora. 
Ora facciamo le pizzette! Con la spatolina dividere l'impasto in pezzi da 30-40 G.
Poi prendete il pezzetto e pizzicate con la punta delle dita delicatamente, arrotolatelo su sé stesso, girate di novanta gradi e poi arrotolate ancora. Raccogliere le codine sotto e poi appallottolare. Lasciare riposare le palline sulla teglia coperta di carta forno per circa venti minuti.
Con la punta delle dita schiacciare le paline per formare una fossetta dove andremo a mettere un cucchiaino di salsa di pomodoro. Un filo d'olio, sale e origano (se vi piace) e via in forno a 240 gradi per circa dieci minuti.
Sono soffici e leggere! Provate e fare i sapere!

Edit del 27/09/14
Per una spiegazione dettagliata delle pieghe guardare qui:
http://profumodilievito.blogspot.it/2007/10/le-pieghe.html?m=1

Invece, per capire il procedimento della formatura delle palline abbiamo realizzato il nostro primo video, eccolo qui: http://youtu.be/wKbwwfNlThc

Problemi di equilibrio? 4 regole per affrontare meglio il rientro

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Con la ripresa a pieno ritmo delle attività invernali ci ritroviamo tutti a fare i conti con l’organizzazione domestica e il tentativo di mantenere un qualche equilibrio tra dovere e tempo libero.

Non sono un’esperta di yoga, ma qualche giorno fa mi sono imbattuta in questo interessante articolo su doyouyoga.com.  Lo ripropongo qui perché prende a pretesto una posizione, quella dell’albero, per trarre degli spunti interessanti sulla conciliazione vita-lavoro e a me gli esempi concreti rendono sempre la vita più semplice :)
Ecco quello che l’autrice, Beth Silvers, un’insegnante di yoga, ha imparato da questa asana per la gestione delle proprie giornate.

 

1.            Prenditi il tempo per organizzarti

La posizione dell’albero è una posizione impegnativa che richiede di fare tante cose contemporaneamente, in equilibrio precario su una sola gamba. Praticamente una metafora della vita. Non si può pretendere di ottenerla in un solo colpo: è una posizione che richiede una preparazione consapevole, un passo alla volta, a partire da quando si hanno ancora entrambi i piedi a terra, fino a quando si allungano le braccia verso l’alto.
Allo stesso modo, anche quando ti sembra di essere costretta a vivere in multi-tasking, Beth consiglia di iniziare a prepararti in maniera consapevole sin dalla mattina, ad esempio controllando l’agenda o aggiornando le liste di cose da fare, per poi affrontare la giornata concentrandoti su una singola attività alla volta.

2.            Crea abitudini utili

Nell’esecuzione della posizione, l’autrice ha l’abitudine di sollevare le dita del piede a terra per assicurarsi di avere il giusto supporto dal resto del piede e da tutti i muscoli della gamba. Quando si accorge che sta di nuovo facendo presa a terra con le dita dei piedi per mantenersi in equilibrio, torna a sollevarle.
Cerca di venirti incontro studiando trucchetti che siano utili per la tua gestione del tempo: archivia le mail appena non ti servono più, prendi appunti, fai liste… Se ti viene in mente qualcosa che potrà esserti utile più tardi o fra qualche giorno, segnala sulle note del telefonino. Sono piccoli passi che più avanti ti eviteranno di sentirti sopraffatta dalla mole di cose da fare.

3.            Accetta un aiuto

"E’ incredibile come stare vicino ad una parete mi permetta di mantenere la posizione dell’albero molto più a lungo di quanto non riesca lontana dal muro". Beth ha verificato che anche non stando a contatto con la parete, il solo fatto di sapere che un appoggio è lì a disposizione a pochi centimetri, la aiuta a trovare maggiore stabilità.
Allo stesso modo, circondarti di persone sui cui poter contare ti permette di affrontare più serenamente le incombenze della giornata e perfino essere più produttiva. Se anche non avrai bisogno di aiuto questa volta, sai che la tua rete di salvataggio è lì a disposizione. Questo ti eviterà di stressarti eccessivamente: va bene anche non fare tutto da sola!

4.            Aspettati di sbilanciarti di tanto in tanto

Gli insegnanti di yoga sanno che l’equilibrio non è statico, ma che il peso si sposta continuamente da un lato all’altro, avanti e indietro; i muscoli sono in tensione e continuano a lavorare nel mantenere la posizione, anche se dall’esterno sembra che siamo fermi. Perfino i più esperti ondeggiano durante la pratica, anche se magari in maniera meno evidente.
Anche l’equilibrio vita-lavoro non è uno stato “magico” in cui, una volta raggiunto, si può restare per inerzia: ci sbilanciamo continuamente da una parte o dall’altra. “Ci sono settimane in cui sono più concentrata nell’essere moglie e mamma: pianificando eventi di famiglia, preparando cene, facendo lavoretti, andando agli allenamenti di ginnastica.” - ammette Beth - “Altre settimane richiedono maggiore concentrazione sul lavoro, a volte comportano viaggi, documenti da preparare a notte fonda o ragionamenti che invadono il fine settimana”.

foto da La Casa nella Prateria

L’importante è saper riconoscere quando ci si sta sbilanciando e muoversi con l’intenzione di riportare le cose in equilibrio. Non ora, non subito magari, perché in questo momento è necessario far pendere l’ago della bilancia un po’ più da una parte, ma è fondamentale saper lavorare consapevolmente in quella direzione. Sapere che hai a che fare con un gioco di equilibrio e ammettere che è normale sbilanciarsi di tanto in tanto, ma altrettanto normale, una volta finita l’emergenza, tornare a “centrarti”, ti permetterà di evitare di metterti continuamente in discussione e cadere preda del senso di colpa.

Se vuoi allenarti o approfondire, Claudia Porta, insegnante di yoga, parla del tema dell'equilibrio qui e spiega qui perché e come praticare correttamente questa posizione.

Basta chiacchiere: adesso mi raccapezzo e torno a propinarvi le mie pecionate.
Ma prima diteci, vi prego, che anche a voi ogni tanto sembra di essere giocolieri in equilibrio su un piede solo! E se non è così, quali trucchetti adottate? Fate meditazione, l'uncinetto o vi date all’alcool? Qui siamo tutte orecchie!

Settimana Internazionale del Portare 2014 #IBW2014

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Sempre di corsa e un po' all'ultimo momento, ma non avrei mai rinunciato a partecipare alla settimana internazionale del portare


L'anno scorso abbiamo approfondito qui i principi e la filosofia del portare e ho raccontato la mia esperienza felice come mamma portatrice. 
Quest'anno mi sento, se possibile, ancora più coinvolta, sia perché il mio cammino nel portare con la nascita della mia piccola Giulia - eh sì, sono già passati quasi sei mesi, ma prima o poi vi racconterò come è andata - è ricominciato, e sia perché quest'anno compio 30 anni. 

E quindi, direte voi? E quindi, dico io, nonostante la mazzata tra capo e collo, c'è un buon motivo per sorridere. Quale? Ho deciso di raccontarvelo così.


La mia amica Peciona (che tanto pure per lei i 30 sono dietro l'angolo, eh?) ha capito il momento di profonda disgrazia e ha deciso di correre in mio soccorso con un regalo bellissimo, merito anche della fantasia e della maestria di Rita, che mi ha ricordato un aspetto fondamentale: questi 30 anni mi hanno portato i miei piccoli e, da oggi, io posso portare i miei bimbi sempre con me. 
Addosso, come ho sempre fatto da mamma portatrice. 
Allora, grazie a Laura e grazie a Rita, e buona settimana del portare a tutti!
Portiamo i nostri piccoli, diventiamo portatori sani di felicità!

Pecionate in mezzora - La fascia da corsa fai da te

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Per la serie “Pecionate in mezzora” proponiamo oggi la nostra ultima trovata: la fascia da corsa.

Tempo fa ho intravisto in rete questa cosa qui e ho pensato “Figaaata! Secondo me a farla da me non ci vuole niente…”
Detto, fatto: due cuciture, pochi minuti di lavoro ed eccomi pronta per correre senza chiavi che mi ballano nelle tasche. 
C’è voluto talmente poco che… Beh, guarda cosa abbiamo combinato nel tempo rimasto!


Quando hai finito di ridere, ti racconto come funziona.La fascia da corsa portatutto non è altro che un anello di tessuto elasticizzato, con delle tasche per inserire quelle cose di cui non si può fare a meno nemmeno mentre ci si allena (chiavi, musica, documenti, telefono...).
No, non è un comune marsupio, perché resta molto più aderente e impedisce al contenuto di sballonzolare ad ogni passo.Si può indossare con le tasche sul davanti o rivolte verso l'alto, oppure, per essere ancora più sicuri di non perdersi nulla per strada, si può rivoltare (flip) la fascia al contrario in modo da chiuderne le tasche all'interno. Flip-belt!
E poi chi l’ha detto che va usata solo per correre? Indossala ogni volta che hai bisogno di muoverti con le braccia e le mani libere.
Se ti ho convinto e vuoi provare a far da te, continua a seguirci: fra qualche giorno arriva il tutorial clicca qui per il tutorial!

Di' anche tu “basta!" all’ipod infilato nell’elastico dei pantaloni :)

Chiedi alle Pecione - Come si fa la fascia portatutto? Il tutorial

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Lafascia da corsainizia a raccogliere fan! Uno dei primi è stato mio zio che mi ha chiesto di cucirgliene una che lo accompagni nella preparazione della sua prima maratona.
Ecco quindi che approfitto di questo #ChiediAllePecione per preparare il tutorial che avevamo promesso.

Ne trovi di simili in commercio, ma perché privarci del gusto di farcela da noi in mezzora, riciclando avanzi di altri progetti? 
Mettiamoci all’opera!

Occorrente
  • 1m scarso x 40 cm di tessuto elasticizzato, preferibilmente qualcosa di sintetico tipo lycra o microfibra. Io ho fatto i miei primi esperimenti con della lycra in tinta unita che avevo in giro per casa, ma perché non osare con pois fluo o l'intramontabile leopardato?! Le possibilità di personalizzazione sono infinite!
  • Filo coordinato
  • Forbici
  • Centimetro da sarta
  • Macchina da cucire 
  • 30 min di tempo

Procedimento

1. Misurati il girovita.
Lo so che preferiresti risparmiarti questo momento di dolore. Invece petto in fuori e centimetro alla mano, che la corsa darà comunque i suoi frutti ;). Misura la tua circonferenza nel punto in cui immaginerai di voler indossare la fascia. Nel mio caso era al di sotto del punto vita, quasi sui fianchi.

La precisione nel taglio in questa fase non è importante!


2. Il momento di tagliare.
I numeri sono certamente importanti, ma io sono per il metodo empirico (soprattutto perchè diversi tessuti, hanno diversi gradi di elasticità). Quindi prendi la misura del tuo girovita e mettila da parte. Ora taglia una striscia di tessuto alta 35/40cm e lunga quanto la "misura x" meno 15cm circa, piegala a metà in modo da far combaciare i due lati lunghi e prova ad avvolgertela intorno come se volessi indossarla, in maniera che i due lembi possano sovrapporsi di un paio di cm. Dovrà essere abbastanza stretta! Se non lo è, accorcia la stoffa di un paio di cm alla volta e riprova fino ad ottenere la giusta sensazione.

3. Iniziamo a fare sul serio.
Una volta raggiunta la giusta misura, ferma il tessuto raddoppiato dritto contro dritto sui due lati lunghi con degli spilli, poi decidi quante aperture vorrai e dove. Io ne consiglio due, tre al massimo, equidistanti. Aggiungi due spilli dove dovrà iniziare ciascuna apertura e altri due a circa 5cm di distanza. Ti aiuteranno a riconoscere le tasche e a non chiuderne le aperture per errore. 


4. Alla macchina da cucire!
Con un ago adatto al tessuto che hai scelto, cuci con lo zigzag a 3cm di distanza dal lato aperto. Quando raggiungi ciascuna coppia di spilli, ferma la cucitura, sfila la stoffa e riprendi la cucitura, facendo scorrere il tessuto, dove hai segnato con gli altri due spilli la fine dell’apertura. Procedi in questo modo fino alla fine della fascia in modo da ottenere un tubo.


Io ho usato un filo nero per renderlo più visibile nel tutorial, ma tu puoi usare un filo coordinato.

Ora, attraverso il tubo, afferra l'estremità opposta e tirala verso di te, un po' come per mettere a dritto un calzino...



Allinea i bordi delle due estremità e assicurati che le altre cuciture combacino. Ferma con gli spilli e cuci tutto intorno con il punto elastico (o punto triplo). Fai attenzione perchè questo tipo di cucitura è praticamente impossibile da guastare, nel caso sbagliassi. In questa fase meglio rischiare di cucirla un pelo troppo larga, perchè potremmo sempre stringerla successivamente.


Fai combaciare le cuciture di sopra con quelle di sotto e ferma i lembi con gli spilli

Elimina la stoffa in eccesso a destra della cucitura

 

Infila una mano in una delle tasche che hai creato e -magia, magia- rigira la tua fascia a dritto. Finito!


Ora armati di scarpe da ginnastica e indossala come preferisci oppure usala ogni volta che hai bisogno di stare con la mani libere, senza troppi ingombri addosso.
Scatena la fantasia: tu in che occasione la useresti?


C'è qualcosa che volete imparare a fare?
Non perdete tempo: chiedete anche voi alle Pecione :)

Una pecionata di pasta frolla

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Ovvero dell'oggetto misterioso e l'imbattibile ricetta della pasta frolla.
Che io mi porto il pranzo da casa, non è una novità, ma a volte anche la merenda! Specialmente ora che le temperature iniziano a invogliarmi ad accendere il forno la domenica pomeriggio...
La frolla è una delle paste che preferisco. E'facile e veloce da fare e si presta come base per per infinite possibilità. Confettura di albicocche? Un grande classico. Nutella? Per i più golosi. Crema e marmellata di visciole? Una sciccheria!
Con la sua consistenza si presenta a lavorazione che lasciano ampio spazio alla fantasia.

No dico, ne vogliamo parlare?

In più, metteteci pure che quando si ha un po' più di tempo e pazienza a disposizione, o dei validi aiutanti, si trasforma in biscotti caldi e fragranti. Come quelli che ho fatto io, grazie a questo:
Questo oggetto misterioso è il mio nuovo timbro da biscotti con due stampini intercambiabili. Uno dice “Handmade” e l'altra “Eat me”.
Questo è il risultato sulla frolla cruda:


Ah, ma non ti ho dato la ricetta. L'ho trovata da bambina sul retro di una bustina di lievito, l'ho imparata a memoria e uso ancora sempre e solo questa.
Stampa la lista degli ingredienti e tienili a portata di mano!
Procedimento
1. In una insalatiera mischiamo tutti gli ingredienti asciutti e nella fontana aggiungiamo le uova e il burro freddo a tocchetti. Lavoriamo velocemente l'impasto finché non sarà morbido e omogeneo. 

2. Lasciamo riposare in frigo per una mezzora, poi riprendiamo la pasta e stendiamola sul piano infarinato per darle la forma che preferiamo. Se anche voi volete fare i biscotti, vi consiglio di tirarne fuori dal frigo poca per volta per evitare che manipolandola troppo il burro si sciolga.

3. Nel frattempo avrete fatto scaldare il forno statico a 190 gradi siete pronti per infornare. Ci vorrà una mezzora per una crostata e 10 -15 minuti per i biscotti, a seconda dello spessore che gli avrete dato.


E se ti dicessi che il mio ultimo acquisto sono gli stampini a forma di lettere? :P



Forza e coraggio, facci vedere le tue creazioni di pasta frolla!

Handmade for Love - Regali solidali

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Hai letto bene “Handmade FOR love”, perché a volte le creazioni fatte con amore, possono avere anche l'amore come fine.Stiamo parlando dell'iniziativa pensata e messa in piedi da La Weddy, che ha coinvolto blogger e creative in una vendita di beneficienza a sostegno di Human Traction, una onlus che opera in Nepal a sostegno dei bambini senza famiglia.


Con la partecipazione di A little Market che ha offerto uno spazio gratuito, il 3 novembre è stato aperto lo shop temporaneo di Handmade for Love - Supporting Human Traction i cui ricavati saranno devoluti interamente ai progetti della onlus.

L'obiettivo è quello di raccogliere fondi per aiutare i ragazzi dell'associazione a realizzare un pozzo per l’acqua e un depuratore, ristrutturare i bagni e costruire un campo da calcio per i bambini dell'orfanotrofio.

Perché ci piace:

  • perché fa del bene non solo a chi regala e a chi riceve
  • perché promuove creazioni artigianali
  • perché i prezzi sono adatti a tutte le tasche (da 1 a 150 euro)
  • perché i prodotti messi a disposizione dagli artigiani coinvolti sono bellissimi!
Dai un'occhiata ad alcuni dei nostri preferiti:
Shopper in fibra naturale

Bavaglino e portaciuccio coordinati

Orecchini in materiale riciclato

Guanto da forno

Tovagliette effetto lavagna
Il negozio è aperto già da diversi giorni per cui affrettati se vuoi assicurarti i pezzi migliori per i tuoi regali di Natale!
E se vuoi essere aggiornato in tempo reale sull'evento, questa è la pagina Facebook.

http://www.alittlemarket.it/boutique/handmade_for_love-1643223.html

Giochi fai da te: Il cestino dei tesori

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Pioggia (sai che novità), giornate brevi ma pomeriggi bui e interminabili, raffreddore, febbre e tosse che tornano compiaciuti a farci compagnia, lo so, lo so, e so anche che nella vostra cronologia "attività da fare con i bambini" o "giochi per bambini"è tra le ricerche più googlate, non dite di no!
Per questo oggi vi voglio parlare di un gioco per i piccolissimi che è un classicone, quindi, magari già lo conoscete, ma vi assicuro che si presta ad infinite varianti e poi è super collaudato!

E' il “cestino dei tesori”: un gioco di scoperta e meraviglia che può essere proposto ai piccoli quando iniziano a stare seduti. E’ una esperienza che catturerà immediatamente la loro attenzione.

Si tratta di un materiale Montessori che era stato pensato in origine da Elinor Goldschmied. 

Mai avrei immaginato che un cucchiaio di legno potesse catturare l’attenzione di un bambino. Provate a offrire un giocattolo e, contemporaneamente, un utensile da cucina. Rimarrete sbalorditi, ma con ogni probabilità sarà proprio l’utensile da cucina ad attrarre maggiormente o, in ogni caso, a catturare per più tempo l’attenzione, proprio perché offre molteplici esperienze e sensazioni.

Che cos’è ? 
Gli occhi grandi, aperti che si posano con attenzione prima su un oggetto e poi sull’altro.

Che cosa ci posso fare? 
Le mani che saggiano delicatamente la consistenza, esplorano le pieghe, definiscono i contorni.

Guardare, toccare, afferrare e succhiare, passare sulle labbra, leccare, scuotere, battere, raccogliere, lasciare cadere, selezionare gli oggetti e scartare quelli meno interessanti.
Il tatto, l’olfatto, l’udito, la vista e, perché no, anche il gusto, tutti i sensi verranno coinvolti.

Come si gioca? E' semplicissimo! Si riempie il cestino fino al bordo e si mette vicino al bimbo seduto. Noi ci mettiamo vicino. Non interveniamo, lasciamo che siano loro a scegliere e a sperimentare. 
Noi, solo con la nostra presenza, stiamo già svolgendo un ruolo importantissimo: siamo la loro ”ancora emotiva”! La nostra vicinanza trasmette fiducia, lo scambio di sguardi e di parole mantiene il contatto.

Il cestino dei tesori, come suggerisce il nome stesso, è qualcosa di bello e di prezioso, quindi, merita di essere conservato in buone condizioni, rinnovando i materiali che deperiscono e introducendone mano a mano di nuovi per sorprendere ogni volta i nostri piccoli esploratori.

Che ci mettiamo nel cestino?
Gli oggetti che si inseriscono all’interno dovrebbero poter offrire molteplici possibilità di manipolazione e sensazioni diverse, quindi non dovrebbe esserci plastica, ma oggetti naturali, di materiale naturale, di legno, di metallo, di pelle, tessuto, gomma o pelo, di carta e di cartone.
Adesso vi faccio vedere quelli che per il momento ho messo nel cestino per Giulia e anche una lista degli altri oggetti possibili, così come suggerito da Elinor Goldsschmied in Persone da zero a tre anni 
Non mettete troppi oggetti nel cestino, meglio cambiarli spesso o introdurli successivamente. Fate scelte di buon senso, state tranquilli e aspettatevi pure che tenteranno di infilarsi un cucchiaino in un occhio o darsi una mestolata in fronte, ma state tranquilli, abbiate fiducia e osservate (non li piazzate davanti al cestino e poi ve ne andate, eh?): vi assicuro che rimarrete estasiati dalla capacità di concentrazione e attenzione che i piccoli sapranno dimostrarvi e non potrete a fare a meno di emozionarvi anche voi di fronte a uno spazzolino da denti o a un filo di cotone!

Ecco la lista del materiale.


Prima di tutto, il cestino deve avere circa di 35cm di diametro e 10-12,5 cm di altezza, inoltre:
dovrebbe essere senza manici;
- deve avere il fondo piatto;
- avere possibilmente i fianchi dritti;
- non dovrebbe essere in plastica.

Pietra pomice, tappi di sughero e una spugna naturale
Gomitolo di cotone, spazzolino da denti, cestini, sottopentola e spazzola

Scatolina foderata, vari cucchiai, mollette e una spazzolina per i piatti
Un coniglietto di stoffa, un borsellino in pelle, guarnizioni della caffettiera in gomma

Un mestolo, un colino, un tappo della vasca, un filtro per il caffè, un pentolino

Un bloc notes, varie scatoline

Come vedete molti oggetti sicuramente ce li avete già a portata di mano dentro casa o al parco. Tutti gli altri sono facilmente reperibili in ferramenta, in merceria o in qualsiasi negozio di articoli per la casa. 
Iniziate con un piccolo assortimento e poi aumentate o sostituite mano a mano, date libero spazio alla fantasia e fateci vedere le vostre creazioni!




E prima di ferragosto ecco a voi il primo post del nuovo anno!

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E' iniziato il nuovo anno e, seppure con estremo ritardo, arriva il primo post del 2015! 
Se pensate che in questo tempo ce ne siamo state con le mani in mano e il cervello staccato vi sbagliate di grosso!
Abbiamo intrapreso progetti di restyling, sperimentato ricette e scovato tutorial a prova di pecionata ed eccovene una piccolissima anteprima. 

Cameretta dei bimbi prima e dopo: soluzioni salva spazio con la luminosità del nordic style e un tocco di colore handmade
Abbiamo messo sotto sopra una cameretta, rendendola un luogo accogliente nel quale fratello e sorella, si spera quantomeno nel lustro in corso, potranno decidere di eleggere domicilio notturno. La bionda ha il dito del "pin it" ancora fumante! 




Soluzioni salva tempo in cucina e l'arte di arrangiarsi 
La mora ha sperimentato tecniche di sopravvivenza Amish con 13° gradi dentro casa, senza termosifoni e senza gas per cucinare. E' ancora viva e, sì, ha pure compiuto trent'anni. 




Aria di rinnovamento: dalle porte alla testiera del letto. 
Ho le prove che è stato confessato il teorema per cui è soltanto il parrucchiere la vittima inconsapevole del morbo per cui mentre tu parli a lui si chiudono le orecchie e capisce tutto il contrario di tutto con paralisi facciale in sorriso criptico e testolina assecondante: anche idraulico e falegname ne vengono, ahimè, colpiti. Dopo quasi 3 anni che viviamo in questa casa ci siamo finalmente decisi a realizzare una testiera del letto. Tuttavia sto cercando ancora di capire che fine abbia fatto la mia tavola di legno che un mese fa il falegname si è portato via, insieme al mio progetto per realizzare una testiera del letto, e della quale non ho più notizie.

Guarda mamma so sciare!
Scoperto che i quattrenni di oggi che imparano a sciare hanno sci piccoli e maneggevoli, maestre sorridenti che per fare spazzaneve dicono "fai la pizza" e le curve a sci uniti "fai gli spaghetti", tapis roulant per la risalita e qualcuno che amorevolmente li ritira sempre su dopo ogni caduta. Giusto per farvi capire il mio stato d'animo, a me dai quattro ai sei anni hanno fatto fare scalette e mentre ero con il culo a terra mia madre mi diceva "alzati che ti bagni i pantaloni".




Intervista doppia: Day Designer VS Mr Wonderful
And last but not least, abbiamo scelto le nostre compagne di viaggio per questo nuovo anno!
Per la cronaca, la bionda in day designer e la mora in mr wonderful.




Insomma, tremate, tremate, le streghe son tornate!

Se non fossimo pecione vi diremmo che i racconti di viaggio, le pecionate ai fornelli e alla macchina da cucire, le opere di restyling organizzativo e architettonico saranno on line secondo una attenta pianificazione, ma noi SIAMO PECIONE e quindi vi diciamo che sicuramente ne sentirete parlare, ma con calma e gesso, in fondo, non è troppo tardi per augurare a tutti voi un caldo e sereno "buon ferragosto".


La mia esperienza con la Day Designer e 5 consigli per utilizzarla meglio

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Che cos’è la Day Designer? E’ un’agenda creata da Whitney English, un’americana che di mestiere fa la grafica ed è mamma di tre figlioli. Whitney per anni ha cercato l’agenda ideale senza trovarla e, alla fine, ha deciso di farsela da sé. 
Quali sono le caratteristiche della Day Designer? 
Fogli grandi e divisi schematicamente in modo da poter sfruttare ogni spazio, una grande spirale color bronzo che li tiene insieme, design minimale e chic, inserti in oro che la fanno sembrare preziosa, angoli rinforzati e spessore di pagine e divisori che la rendono resistente e maneggevole. Il punto di forza è senz’altro la pianificazione giornaliera e la possibilità, contestualmente, di tenere sotto controllo il planning mensile e annuale. 

E poi è fighissima, cioè, pure io che faccio riunioni con i clienti in converse e con la piccola attaccata alla tetta sembro quasi una persona seria!

1) Perché ho scelto la Day Designer?


Ho scelto la Day Designer perché volevo un’agenda che fosse per me un libro di bordo, una guida che mi aiutasse a non perdermi per strada: volevo poter annotare tutti gli impegni come in una qualunque agenda, ma anche avere lo spazio per scrivere le cose da fare che riguardano me, il lavoro, la casa e i bimbi. Non volevo soltanto un promemoria degli appuntamenti o una lista della spesa, ma uno strumento che mi aiutasse a sfruttare al meglio il (poco) tempo a disposizione per sbrigare i (tanti) impegni, ma, soprattutto, non volevo più provare la frustrante sensazione di aver corso tanto e non aver combinato niente. 
Volevo riuscire ad organizzare il mio tempo in modo da rispettare scadenze ed impegni, ma senza arrivare a fine giornata con la lingua in stile San Bernardo in mezzo alla neve, magari fare meno, ma con soddisfazione, riservando del tempo anche per le cose belle, quelle che fanno bene al cuore. Volevo riuscire ad organizzare meglio anche il tempo dedicato alla famiglia, quei week end che all’ultimo momento ti ritrovi a dire “che bella giornata, che facciamo oggi?” ed è troppo tardi per fare qualsiasi cosa. Volevo un’agenda da avere sempre sottomano, dove poter prendere nota anche di quelle idee - sì ogni tanto anche i miei neuroni hanno uno scatto d’orgoglio - che si accendono all’improvviso e che se non cogli al volo, addio. 
Ho scelto la Day Designer perché, oltre ad essere un’agenda, è un’esercizio quotidiano. Mi obbliga a prendere del tempo per me per pensare e per riflettere su cosa ritengo prioritario, su cosa voglio veramente. 

2) Come utilizzo la Day Designer?


Prima di tutto, niente panico: non esiste un modo migliore per utilizzare l’agenda, se non il vostro. Sfogliatela, osservatene la ripartizione degli spazi, e pensate al modo in cui possa essere più funzionale per voi. L’agenda è uno strumento a vostra disposizione, spetta a voi farla rendere al meglio, secondo quelle che sono le vostre esigenze. 
Cominciate ad annotare gli appuntamenti (“schedule”), poi le cose da fare, partendo da quelle più importanti (“today’s top three") e poi, a seguire, le altre (“other to-dos”). 
Cosa distingue una “top three” da una “other to-do?” L’urgenza. 
Stendere il bucato, comprare il latte e comprare un raccoglitore ad anelli per la scuola sono top three che possono convivere con riunione con il direttore, conference call con dott. Esticazzi, e consegna della rapporto finale. In comune hanno che devono essere fatte oggi. Tutto il resto - ma che non lo so che la lista dei to-dos va ben oltre tre cosette? - finisce nella colonna delle altre cose da fare e, se riuscite a fare anche quelle in tutto o in parte, bene così, altrimenti migrano sotto la spinta di una meravigliosa freccina, al giorno successivo o a quando decidete voi. 
Scrivete: il bello della Day Designer è proprio lo spazio! 
Annotate nell’area download tutto quello che all’improvviso vi viene mente, un’idea, un reminder, un’avvertenza per prossima volta. Stasera avete voglia di una tagliata con rucola e scaglie di grano? Scrivete ”scongela carne” nella casella per l’organizzazione dei pasti (“dinner”) o “prenota il ristorante”. Se dovete pagare la retta della piscina o della ginnastica segnatelo tra i debiti (“due”), mentre, se avete offerto il caffè ad una amica per scambiare quattro chiacchiere o vi siete regalate una maglia fighissima della quale non si poteva proprio fare a meno, riempite la casella delle spese (“dollars”). Vi siete ricordate all’ultimo di qualcosa che assolutamente non vi dovete dimenticare? Siete ancora in tempo, casella “don’t forget”.
Non abbiate paura di pasticciare, scrivete, cancellate e scrivete di nuovo, evidenziate, aggiungete o togliete. State parlando a voi stessi, non c’è nessuno a giudicare. Siate sinceri ed onesti. Se a fine giornata non avete fatto le tre cose che vi eravate programmati, ma altre due che non erano in lista, aggiungetele e poi barratele. E poi, ricordatevi sempre, fatto è meglio che perfetto!



3) Perché un’agenda cartacea?

Ci vuole più tempo a scrivere che a digitare su una tastiera e non si torna indietro. 
Quale sarebbe il vantaggio? La maggiore attenzione! Più tempo significa un’accuratezza maggiore nella scelta delle parole, vuol dire, che queste restano nelle orecchie più a lungo e possiamo sentire come cadano le lettere, una dopo l’altra, sul foglio. La penna che sale, scende, si ferma, va dritta, si impunta, segue la direzione del nostro discorso. I tasti, invece, si ticchettano tutti nello stesso modo. Con la penna posso tirare una linea su un appuntamento saltato all’ultimo momento, posso cerchiare le cose che mi ero programmata di fare e riportarle con una freccia al giorno dopo. Con un foglio elettronico, posso solo cancellare l’appuntamento, ma non rimane il solco della rabbia o anche sulla pagina successiva. Posso copiare e incollare la to-do list al giorno successivo, insieme alla frustrazione per non avercela fatta, ma senza lo slancio della freccia che mi spinge a fare di più. Con l’agenda cartacea posso sfogliare le pagine, questa volta sì, con minor tempo e con un colpo d’occhio immediato, rispetto alle pagine digitali. Non si scaricano le batterie, e poi non svampa signo’.
L’agenda cartacea, almeno nel mio caso, è grande e occupa un sacco di spazio. E sì, anche questo, lo ritengo un vantaggio: la vedo e mi ricordo di consultarla e di aggiornarla. Impossibile uscire di casa e lasciarla sul tavolo (a meno che non lo decida consapevolmente), 
Scrivere è un allenamento, nella stessa misura in cui il viaggio non è soltanto il mezzo per giungere a destinazione. Riuscire a scrivere di qualcosa è già un po’ riuscire a realizzarla. 
Sono una grafomane renitente: al liceo la mia Smemoranda pesava più di tutto lo zaino e ogni anno, senza saperlo, ogni anno elaboravo un progetto di scrapbooking. all’università scrivevo così tanto che gli altri mi chiedevano “ma, praticamente, hai riscritto il libro?” 
Beh, io ho BISOGNO di scrivere. Per mettere ordine, per capire, per parlare con me stessa.

"Se lo leggo lo imparo, se lo ripeto lo so, se lo scrivo l’ho capito"


4) Quando utilizzo la Day Designer?


La mattina presto. Mi sveglio intorno alle 6:00, un’ora prima di tutti. Mi preparo il caffè e apro l’agenda. Evitando di smollicare il pane e far cadere i goccioloni di marmellata o le briciole del biscotto, apro l’agenda e guardo cosa devo fare prima che si svegli il resto della famiglia. Poi, scorro gli impegni di lavoro, dò un’occhiata agli appunti per il pranzo e la cena e alle attività del pomeriggio. Alla fine le pagine e verifico quali cose mi sono rimaste da fare dalla giornata precedente e le ricolloco.
Ecco un primo effetto Day Designer, ho un’ora tutta per me che mi consente di partire senza aver già accumulato ritardo!
Prima il suono della sveglia era lo starter che dava il via alla corsa: giù dal letto, colazione in piedi, sessione bagno che termina ancora prima di iniziare al grido tarzanico di “mammaaaaaa” - bifidus mi dispiace sarà per un’altra volta - colazione, lavaggio e vestizione, altro urlo “uahuuuuuuuuuaaaaaa” bella di mamma eccola qua, mi devo vestire e truccare, vabbè non mi trucco, ma almeno fammi tirare su i pantaloni, che devo fare oggi? Loading di una lista interminabile… ma io non gliela posso fa’! Conclusione: demoralizzata, e anche un po’ incazzata, ancora prima di iniziare.
Adesso so quello che devo fare, ma, soprattutto, quello che posso fare, intendo che posso realisticamente fare e so quando farlo. 

5) Quali sono gli effetti dell’utilizzo della Day Designer?


Il primo effetto immediato è quello appena descritto sopra: un’ora tutta per me che mi consente di iniziare la giornata con il piede giusto ed un livello di rodimento accettabile, quello che attanaglia ogni essere umano al risveglio, non quello che caratterizza una belva inferocita, insomma. 
Il secondo è la capacità di apprezzare i momenti belli e le piccole cose che ci fanno sorridere nel corso di una giornata. La “daily gratitude” io la intendo così, un’occasione per impedire che di un sorriso non rimanga traccia (sono sicura che Whitney English l’abbia pensata in un’accezione più religiosa, ma sono altrettanto certa che non verrà qui a rinfacciarmelo).
Il terzo è una iniezione di fiducia in dosi da cavallo: in una settimana ho stilato un programma per tutta la famiglia, compilato e stampato un ricettario famigliare, stilato un elenco di tante belle cose da fare con tutta la famiglia, un esempio? Lo conoscevate technotown? Ecco, allora la prossima volta vi racconto cos’è e quanto ci si diverte! 

Qui un bel video realizzato da Barbara Pederzini (alias Fatamadrina) che spiega come organizza le sue giornate e le sue attività con l'aiuto della sua Day Designer.

N. B. Del ricettario famigliare che ha decisamente semplificato il menu settimanale (ve lo ricordate? ne avevamo parlato qui e qui), del programma per tutta la famiglia (una sorta di vademecum) e delle attività da fare insieme nel tempo libero (incluso pazzeggio libero) ve ne voglio proprio parlare perché sono proprio soddisfatta (prima che cambio idea!)

DISCLAIMER: Questo NON è un post sponsorizzato, cioè, non ci prendo un euro per scrivere bene della Day Designer, lo faccio solo perché mi piace l’agenda, mi ci trovo bene e spero che la mia esperienza possa essere utile anche ad altri!

Come mantenere i buoni propositi per il nuovo anno

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Studi scientifici (o erano test clinici?) consigliano, per mantenere più facilmente i buoni propositi per l'anno nuovo:

Come mantenere i buoni propositi per il nuovo anno | pecionate.blogspot.it

E così, per amore della speculazione scientifica, mi si è fatto improvvisamente febbraio senza che mi sia ancora svergognata pubblicamente con una lista dei miei buoni propositi per il 2015. Corriamo subito ai ripari!
# Partiamo dal blog: il mio proposito è di pubblicare almeno due post al mese. Con un po' di pianificazione si può fare, no?!
# Leggere almeno un libro al mese. Per gennaio sono a posto visto che ho appena passato una nottata in lacrime dopo aver finito I ponti di Madison County.
Eh lo so, mi sto a fa' vecchia...
A febbraio, invece, finirò di leggere Funny Girl di Nick Hornby!

# Cucire almeno una cosa al mese. Ho comprato da poco quest'altro libro e non vedo l'ora di iniziare a realizzare qualcosa per me, visto che ultimamente l'ho fatto solo per amici e bambini di amici.
# Imparare una lingua nuova! Da qualche mese sto giocando a imparare il portoghese e il tedesco col gufetto di Duolingo, un'applicazione gratuita di cui ho intenzione di parlare presto proprio qui. L'obiettivo è quello di essere in grado di spiccicare due frasi almeno in una delle due lingue entro la fine dell'anno.
# Praticare almeno tre ore di sport a settimana.
Vabbè dai, questa la dovevo scrivere per forza... :P

Ora se ti vuoi fare due risate, vai a dare un'occhiata ai miei buoni propositi per il 2013. Per fortuna che l'anno scorso mi sono astenuta!
E tu hai dei buoni propositi per l'anno nuovo? Li metti nero su bianco, coinvolgi amici e parenti, li pensi solamente o ne fai a meno?

Costume carnevale fai da te: Woody il cow boy

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Anche quest’anno, “io speriamo che me la cavo”!
Infatti, nonostante tutte le mie preghiere, è arrivato il carnevale e con sé l’angosciosa consapevolezza che, come al solito, dovrò pilotare in qualche modo la scelta del costume di mio figlio verso qualcosa di apparentemente realizzabile anche da una impedita alla macchina da cucire come me e, poi, ingegnarmi per trovare una soluzione il più possibile semplice, veloce ed economica. 

Impossibile? Assolutamente no, ci sono riuscita già tre volte (qui il costume da pulcino che esce dall’uovo, qui quello da Re Artù e qui quello da Jake e i pirati dell’isola che non c’è).

Quest’anno la scelta è caduta su Woody, il cow boy di Toy Story. Un revival per lui, dopo l’amore per Saetta McQueen, Mike Wasosky e Batman. Ok. Se po’ fa’. 

Tempo di realizzazione: un paio d'ore, ma se non siete impediti come me anche meno. 
Spesa: 15 Euro (perché meno di mezzo metro di pannolenci non si poteva comprare, quindi me ne è avanzato per almeno altri 4-5 cow boy). 
Prerequisiti: camicia a quadri, cappello a tesa larga, jeans. 

Ah, naturalmente dò per scontato che siate di bocca buona, requisito indispensabile per poter gioire di risultati che altri considererebbero raccapriccianti. Ma, d'altronde, non stareste prendendo spunto per cucire da una che dichiara apertamente di non sapere cucire in un sito che si chiama #lepecionate. In fin dei conti, fatto è meglio che perfetto, ormai lo sapete, no?

Allora cominciamo! Per prima cosa, realizziamo il gilet. 


Io ho utilizzato il mantello di Re Artù e, senza prendere alcuna misura, ho disegnato la sagoma del gilet utilizzando il profilo di una felpa di Diego che avevo nell’armadio. Non paga del risultato - più che altro Diego ha cominciato a grattarsi il collo perché il pelo gli dava prurito - ho deciso di bordare il gilet.

Adesso vi racconto un piccolo aneddoto sulla fantasia (o pattern per far vedere che ne capisco): lo vedete da soli che trattasi chiaramente di fantasia muccata, no? Beh… in realtà, come ho detto, ho riciclato il mantello di Re Artù che non mi pare fosse un fan del muccato, ma, a dirla tutta tutta, non era nemmeno ermellino, me l’hanno venduta come una fantasia “dalmata” ed il riaffiorare di questo ricordo mi ha dato lo spunto per realizzare un’altra pecionata clamorosa, per quella povera disgraziata della piccoletta che, naturalmente, mi rinfaccerà per tutta la vita (vi rimando a fondo pagina per creare un effetto sorpresa).

Ed ecco un altro grazioso aneddoto questa volta relativo al bordo: mi reco al negozio di stoffe e, come al solito, metto le mani avanti denunciando la mia totale incompetenza e incapacità di astrazione con particolare riferimento alle misure. Alla domanda “quanto gliene serve?” non rispondo mai con un numero, ma dico quello che ci devo fare e spero che qualcuno mi aiuti. Il commesso, mani callose e tante rughe, mi ispirava esperienza a profusione e al suo “stia tranquilla, con due metri ci fa tutto” mi sono detta “stai serena”. Ecco, lo dovevo sapere che #staiserena non porta niente di buono, e, così, mi sono ritrovata come la Arcuri in Viaggi di Nozze di Verdone “un’ascella sì, un’ascella no”. 

Ora passiamo agli stivali. Anche questa volta potete evitare di usare il centimetro, basta avere presente la misura ginocchio-caviglia del pargolo, sì, pure a occhio. 


Disegniamo il profilo dello stivale (2) sul pannolenci marrone e poi ritagliamo. Poi, ritagliamo la parte davanti e, infine, il copriscarpa. Quattro pezzi in tutto. 
Ora cuciamo, tranquilli, se l’ho fatto io, può farlo chiunque!
Un pezzo sopra l’altro, appuntiamo le spille, cuciamo, risvoltiamo (proprio come quando infiliamo una mano in un calzino al rovescio). Finito. 
Aggiungiamo un elastico ai margini del copriscarpa come fosse una ghetta.
Infine, aggiungiamo i dettagli come la fibbia, lo sperone e la stella da sceriffo. 

Ora valutate voi stessi: considerate il valore di qualcosa fatto a mano, unico, come il tempo e l’amore di chi l’ha realizzato e poi considerate la vostra giornata. Fatto. E’ meglio che perfetto!


P.S. se poi avete anche qualche rudimento di cucito e abilità (anche solo) minimamente superiori alle mie non avrete problemi a realizzare qualcosa di meraviglioso come questo 


Gilet di Woody in versione “fatto bene” qui.

P.P.S. con l’avanzo del defunto mantello di Re Artù nato dalmata, spacciato per ermellino prima e per mucca poi, ho realizzato questo cappuccio per mia figlia, una piccola cucciola di dalmata! 


P.P.P.S. Giuro che questo è l'ultimo e poi smetto ;)

Ma sbirciando nel web ho trovato questa idea di Quando Fuori Piove e secondo me è geniale, quindi, non posso che proporvela! Il guscio da tartaruga Ninja più economico (e figo!) che c’è e, aggiungo, che se da lei si chiamano “ningiau”, qui sono “chingian”!
Basta aggiungere una bella felpa verde basic (qui di H&M) ed il gioco è fatto! 

Infine, devo confessare che molte mamme di bimbe coetanee di Diego mi hanno chiesto idee per realizzare il costume di Elsa di Frozen e io mi sono messa all'opera, adoperando gli stessi criteri di cui sopra: facile, veloce, economico!
E secondo me il migliore è questo qui, che si basa sul principio base del tutù come vi avevamo proposto anche noi qui
Una soluzione super easy, ma se avete voglia e possibilità di impegnarvi un po' di più vi rimando a Pane, amore e creatività, una garanzia (qui per il costume di Anna e qui per il costume di Elsa) di risultati, per me, assolutamente inarrivabili!

A questo punto penso che siamo a posto anche per il prossimo carnevale :)


La mia agenda Mr Wonderful. Perché quest’anno possono succedere un milione di cose belle!

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La mia agenda Mr Wonderful. Quest'anno possono succedere un milione di cose belle | pecionate.blogspot.com
Cerco di recuperare il tempo perso (pant pant) e ti racconto quale agenda mi sta accompagnando in questo inizio di 2015.
Prima di arrivare al verdetto finale, la scelta è stata oggetto di lunghi dibattiti e disamine comparative nei quali era rientrata anche l’agenda Mr Wonderful. Alla fine lei aveva optato per la Bibbia delle agende e io, complice anche l’astensione dagli acquisti in prossimità del mio compleanno -ché non si sa mai-, avevo ripiegato su una minima Moleskine da tasca che avevo trovato già scontata dopo l’Epifania.
Però è successo che i regali di compleanno non erano ancora finiti e così, insieme a una scatolina che quando la apri canta a squarciagola “I will survive” a ricordarmi che i 30 anni non sono poi la fine del mondo, mi sono ritrovata con un sorriso fino alle orecchie a spacchettare la mia Mr Wonderful!
La mia agenda Mr Wonderful. Quest'anno possono succedere un milione di cose belle | pecionate.blogspot.com

Ed è il sorriso che, ne sono certa, mi accompagnerà fino alla fine dell’anno. Perché se quella di Claudia ti fa sembrare una persona seria anche nella situazione più improbabile, con la Mr Wonderful l’effetto pagliaccio è scontato.

Mr Wonderful promette fin dalla copertina che “oggi possono succedere un milione di cose belle” e lo conferma in ogni pagina con colori pastello, disegni fumettosi e adesivi che vorresti non finissero mai!

La mia agenda Mr Wonderful. Gli adesivi | pecionate.blogspot.com
Corredano l'agenda ben OTTO pagine di adesivi colorati :)
L’esterno è apparentemente innocuo, le due agende sembrerebbero addirittura simili, con la loro copertina rigida nera e la rilegatura a spirale metallica.

Oltre allo stile scanzonato e iper-ottimista, la mia agenda si differenzia dalla Day Designer per come è strutturata al suo interno.
Di base è un planner settimanale, con una settimana divisa su due pagine e un piccolo spazio in alto per evidenziare gli obiettivi e l’umore della settimana.

La mia agenda Mr Wonderful. Il planner settimanale | pecionate.blogspot.com
Potrà sembrare poco spazio forse, ma per una pianificazione di massima è più che sufficiente ed ha il vantaggio di farti vedere tutta la settimana con un colpo d’occhio. A che serve la scansione oraria di ogni giornata se il motto è “Organizza la tua vita e poi rivoltala come un pedalino”?! :)
Se poi ho bisogno di spazio aggiuntivo lo trovo in fondo al diario nelle sezioni speciali:

La mia agenda Mr Wonderful. L'interno | pecionate.blogspot.com
Oltre alle pagine per appuntare promemoria, elenchi delle cose da fare,
pro & contro delle decisioni importanti e gli appunti per organizzare i viaggi, ci sono pagine per tenere traccia della contabilità, dei i contatti e delle note varie.

In fondo all’agenda una bella tasca comoda di cartoncino per conservare biglietti e fogli volanti e sul retro una lista in bianco per annotare tutte le cose belle che senz’altro mi capiteranno quest’anno!

Non sei ancora convinta di quale sia l’agenda migliore? Beh secondo te la seriosissima Day Designer è arrivata con un bigliettino scritto a mano e un lecca lecca sorridente di ringraziamento?! :)



Tra agendeebuoni propositi, quest’anno abbiamo tutte le carte in regola per essere Pecione sì, ma quanto meno organizzate!
E se la storia dei buoni propositi da riciclare ogni anno non ti convince, ti regalo il decalogo di Mr Wonderful per il 2015. Da stampare e attaccare in bella vista, per ricordare quali sono le cose davvero importanti.

I buoni propositi secondo #MrWonderful, la mia agenda 2015 | pecionate.blogspot.com

DISCLAIMER: Questo NON è un post sponsorizzato, cioè, non ci prendo un euro per scrivere bene dell'agenda Mr Wonderful, lo faccio solo perché mi piace l’agenda, mi ci trovo bene e spero che la mia esperienza possa essere utile anche ad altri!

Se poi hai voglia di scoprire quanta positività c’è dietro ad un prodotto creativo come quello di Mr Wonderful, perdi altri cinque minuti con questo bel video.

Tu come tieni traccia dei tuoi impegni? Sei più professional o più colourful?

Le Pecionate ballerine

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Alzi la mano chi conosce Jennifer Beals.
Quanti? Solo?

Ok, adesso alzi la mano chi conosce Alex Owens.
Quanti? Ancora troppo pochi.

Allora, alzi la mano chi riconosce questi passetti.




Oh! Adesso ci siamo!!!

Eh sì perché ognuna di noi nella vita, almeno una volta, ha sognato di infilarsi dentro quel body nero per iniziare a schiacciare tutti quei fastidiosi tarli mentali, scrollare di dosso la fatica, lo stress, e scuotere l’anima da quell’opprimente stato di necessità che ogni giorno ci piomba addosso.

Ci sarà un motivo per cui anche Geri Halliwell si è sottoposta ad allenamenti massacranti per provare l’ebrezza di scatenarsi dentro quel body e quegli scaldamuscoli!

Ma cosa c’entra tutto questo con Le Pecionate? C’entra Eccome!

Non importa se il body taglia 40 neanche in terza elementare lo portavi, non conta se hai degli spaghetti sottili in testa anziché una criniera di boccoli neri, non c’entra niente nemmeno che non te ne è mai fregato niente di diventare una ballerina, qui parliamo di ballare e tutti possono ballare!

Ti va di ballare? Non importa dove sei, cosa stai facendo o con chi sei, TU BALLA.

Oggi in ufficio c’erano gli operai con lo stereo a tutto volume. 
Oh, ma guarda, oggi mi sono messa un vestito, senti che frusciare questi tessuti come un tutù. Questi tagli svasati, mamma mia, pensa come vanno da tutte le parti se mi alzo e li agito un po’. I leggings che si infilano nei biker boots, mmm, sembrano proprio degli scaldamuscoli. Aspetta che mi allaccio il golf, ma, no, non mi dire che è uno scaldacuore, ma come mi sono vestita stamattina? Una ballerina!

Ecco cosa ha pensato oggi la peciona mora…  And she is dancing like she has never danced before.



Il vestito è di H&M e l’interpretazione di Flashdance assolutamente personale, unica ed inimitabile!

Ci è piaciuta talmente tanto che da oggi abbiamo deciso di iniziare a raccogliere momenti di follia, attimi di felicità così come esplodono, senza filtri o bisogno di essere spiegati, vengano come vengano, anche (dire soprattutto) se sono delle pecionate indecorose!

Se volete, unitevi a noi #lepecionatefannostarebene

Unico criterio che si tratti di qualcosa che vi faccia stare bene e la facciate, senza starci troppo tempo a pensare!

Le Pecionate consigliano... MakeIt Land: realizzare i sogni è possibile!

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Qualche giorno fa su Facebook parlando di una promozione su Craftsy, la grande piattaforma online per imparare tutto ciò che è fai da te, avevamo accennato all’alternativa italiana.
“Come dici, ci vorrebbe una cosa simile in italiano? Ma c'è già! O meglio, ci sarà presto e puoi collaborare anche tu a farla diventare realtà finanziandone il progetto anche con soli 5 euro: si chiama Makeit Land e trovi più informazioni su http://www.makeitland.com/

Ma se la montagna non va da Maometto... Abbiamo trascinato di peso qui le due ideatrici del progetto e le abbiamo sottoposte ad un interrogatorio serrato per capire chi sono, quale è il piano e soprattutto: perché vogliono i nostri soldi?! 


L’Identikit

Elisa                                                      Giulia

Chi sei - da dove vieni - cosa fai - dove vai?
ELISA: Sono Elisa, vengo da Biella ma vivo a Milano, sono una patchwork crafter accanita e creo accessori per la casa col marchio Dilana&Dilino, vado in giro per la città sfidando ogni tempo atmosferico con la mia cagnolina Biri e una panciona di 8 mesi sempre alla ricerca di ispirazione e nuovi spunti creativi

GIULIA: Giulia, quattrocchi, 24 anni. Sono di Milano ma vivo a Roma, lavoro come graphic e character designer con il mio marchio, Juice for Breakfast. Vado dovunque mi portino i miei personaggi, possibilmente in posti pieni di zucchero, colori pastello e progetti creativi!
 

Il progetto

Cos’è MakeIt Land?
ELISA: Makeit Land inizialmente era il mio sogno nel cassetto, ma una volta aperto ho scoperto che lo era anche per tantissime altre persone con la voglia di creare e di imparare. Makeit Land è una piattaforma on line dedicata infatti a tutti gli appassionati di arti creative che finalmente avranno la possibilità di seguire stimolanti corsi on line su tutta una serie di hobby, che spaziano dall’uncinetto al cucito creativo, alla fotografia a come decorare una casa durante una festa…

GIULIA: Un'avventura, prima di tutto. Un progetto ambizioso ed innovativo per il panorama del crafting italiano. Una vera e propria accademia online per le arti creative, accessibile a tutti, dappertutto. Un sogno che sta per diventare realtà :)


 

Il movente

Perché l’hai fatto?
ELISA: Perché questo sogno mancava in Italia! In America c’è un bellissimo sito che si chiama Craftsy ma che non è alla portata di tutti per via della lingua. Da noi c’è inoltre un ulteriore valore aggiunto. La creatività e l’estro italiano! Perché dovremmo privarne le persone? E perché non sfruttare i canali a nostra disposizione?
Se io abito in una cittadina dove non trovo un corso di patchwork perché non dovrei poterlo fare comodamente col mio pc? Potrei seguire un corso in inglese è vero, ma non è detto che se sono in grado di capire io ne abbia comunque voglia. Un hobby deve essere qualcosa di rilassante e la lingua non è solo informazione ma veicolo di emozioni.

GIULIA: Elisa ed io ci siamo conosciute ad una partita di rugby, durante InnovAction Lab (un corso che ti prepara a presentare la tua idea imprenditoriale davanti agli investitori). Elisa voleva sviluppare questa idea che aveva da tempo, dare vita al suo sogno. Ho pensato che fosse perfetto e che avrei dato il 100% per renderlo possibile, lato comunicazione visiva, con lo strumento che avevo a disposizione: il disegno. Prima di incontrare Elisa non conoscevo così profondamente l'ambito del patchwork, del cucito creativo e della manualità. Grazie a lei mi sono affacciata ad un mondo nuovo e dolcissimo. Ho pensato: zucchero? C'è. Colori pastello? Ok. Progetto creativo? Cominciamo.


Il piano criminale 

Perché dovrei darti i miei soldi?
ELISA: Perché se sei un appassionato come noi saprai di aver contribuito anche tu alla realizzazione di un sogno. Poi perché ci sono dei regali tutti in stile Makeit Land e poi perché se riusciamo nell’impresa finalmente andremo on line con i primi corsi!

GIULIA: Perché quando Makeit Land sarà online diventerai anche tu come noi. A fine giornata, dopo una sana maratona dei nostri video corsi, sarai come una trottola impazzita: la cucina in condizioni critiche, montagne di stoffe sul divano, il marito sepolto sotto ai gomitoli (Eli, a proposito, il tuo sta bene?), il cane che gioca a 'stana la volpe' con il tuo ultimo cuscino patchwork e dovrai cercare la maniglia del frigorifero sotto ad una ventina di pagine strappate da Mollie Makes e CasaFacile… però sarai felice. E non vedrai l'ora di rimetterti all'opera e creare qualcosa di nuovo e condividerlo con la nostra rete di creativi. In pratica: ti divertirai un sacco.
Ah sì, e perché ci sono un sacco di regali carini se fai una donazione, forse dovevo dirvelo prima? :D

Fai un appello, se hai il coraggio...
ELISA: Appassionati di handmade, arti creative e del saper fare uscite allo scoperto! Adesso Makeit Land è una realtà e non vediamo l’ora di conoscervi! Fate una donazione per sostenerci, sono gli ultimissimi giorni e soprattutto registratevi sul nostro sito!

GIULIA: Se alla parola 'uncinetto' senti l'entusiasmo alle stelle, se ti agiti e cominci a saltellare quando leggi 'DIY' nel titolo di un post Facebook, se quando entri in edicola cominci ad impilare una trentina di riviste con gomitoli e stoffe in copertina, se ti chiamano al cellulare e tu rispondi 'sono in riunione, ci sentiamo dopo' e poi torni a sferruzzare, ma soprattutto: se sogni una scuola per imparare le meraviglie del crafting e dell'handmade… registrati su Makeit Land.
Stiamo aspettando proprio te!
(Prepara i biscotti e stenditi sul divano, andare a scuola non è mai stato così comodo e divertente).

Affrettati: la campagna -e la possibilità di dire “io c’ero”- scadono il 4 marzo!



Come cucire un rotolo portagioie. Quattro modi più uno

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Come la Posta del Cuore, torna finalmente il servizio di pubblica utilità “Chiedi alle Pecione”!
L’ultima richiesta pervenuta al nostro sportello è stata di mia suocera che ha deciso di ridurre lo spazio occupato da tutti i suoi preziosi, eliminando scatole e scatoline. Mi ha chiesto quindi di studiare il modo di riprodurre i rotoli che usano i gioiellieri per riporre collane e bracciali.

Come cucire un rotolo portagioie | pecionate.blogspot.com

Il solito giro su Pinterest mi ha fatto conoscere molte soluzioni facili e interessanti...

Via Haberdashery Fun


via Gwenny Penny


via Positively Splendid


Via Dirt Cheap Decorating Divas

...ma niente che mi soddisfacesse completamente.
Ho trovato per lo più portagioie da viaggio, quindi poco ingombranti, ma anche poco capienti. Io invece cercavo qualcosa di più grande e poco complicato in modo da poterlo replicare anche più volte fino a che non avessimo eliminato tutte le scatole.

Ho quindi buttato giù un progettino, del quale abbiamo una diapositiva:

Come cucire un rotolo portagioie | pecionate.blogspot.com
Ora ridi pure della qualità del mio disegno tecnico, intanto quello che ne è saltato fuori è questo:

Come cucire un rotolo portagioie | pecionate.blogspot.com
  Come cucire un rotolo portagioie | pecionate.blogspot.com

Io e mia suocera siamo molto soddisfatte del risultato! So già che il prossimo portagioie avrà una sezione dedicata agli orecchini che realizzerò probabilmente applicando della passamaneria come nel tutorial di Dirt Cheap Decorating Divas.

Tu come conservi i tuoi gioielli? Hai un portagioie, conservi tutte le scatole originali o hai approfittato della crisi per eliminare il superfluo?


http://bit.ly/1i2h4Lv


5 Consigli per riorganizzare la cameretta e la nostra proposta: nordic style con un tocco di colore handmade

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Sembra che la cameretta e la sua (ri)organizzazione sia un tema molto in voga e mentre mettevo a punto gli ultimi dettagli di questo post mi sono imbattuta, quasi contemporaneamente, nelle notifiche di due super blogger: la rivoluzione di Gaia (Patasgnaffi) contro gli acari maledetti, ed i consigli di Elena (Yummy Mom) per gli acquisti per la cameretta del neonato.  

Noi, ve l'avevamo promesso nel nostro primo post del rientro (qui) e, visto che ce la stiamo mettendo tutta per mantenere i buoni propositi (no, il link al post dei buoni propositi non lo metto altrimenti mi si apre la faccina sbeffeggiante di Emma Watson "ancora che insisti co sto sport?"), oggi vi raccontiamo come abbiamo trasformato la cameretta in un luogo confortevole e accogliente, un ampio spazio di gioco e divertimento con angoli che garantiscono riposo, tranquillità e un’organizzazione funzionale degli spazi per riuscire a mettere in ordine il più rapidamente possibile.
Niente di ultra costoso, complicato o praticamente impossibile: la solita pecionata!
Ecco 3 spunti di base che si possono personalizzare secondo i propri gusti e le proprie esigenze: 

1) Come al solito, "less is more", quindi, pochi pezzi, linee semplici e gradevoli,  privilegiamo soluzioni free standing alle camerette componibili e plasticose, in modo da avere la possibilità di modificarne la disposizione nella stanza e rifarne il look con una mano di vernice all'occorrenza. Non investiamo un capitale in mobili che potrebbero essere presi di mira da attacchi d'arte dei vostri piccoli o che potrebbero stufarvi tanto da premeditare attacchi vandalici di sottobanco da parte vostra. 

2) Non esageriamo con gli "stimoli" (non servono stimoli ai bambini, solo un ambiente organizzato secondo le loro esigenze) lasciamo che sia la loro fantasia a inventare scenari e storie nuove ogni giorno. Una parete bianca si presta ad appendere i loro disegni, ad essere lo sfondo di un teatro o con una mano di lavagna a diventare un gigantesco bloc notes. 

4) Scegliamo "espositori" e non contenitori per i giochi: lasciamo che siano loro a scegliere a quale attività dedicarsi, includendo la possibilità di mettere in ordine da soli. 

3) Non consideriamo già grandi i nostri piccoli, ma non esageriamo al contrario, trasformando la stanza in un parco giochi: na camera da studente universitario sarà inadatta per un neonato tanto quanto la ricostruzione del castello di Sophia La Principessa, con glitter e scoiattolo parlante inclusi.

5) Dedichiamo uno spazio speciale in prima fila ai libri, che siano sempre alla loro portata e che possano toccarli, sfogliarli. Li potrete trovare seduti sul tappeto a raccontarsi da soli le storie, cambiandole anche di sana pianta, o potrete trovarvi a discutere sull'opportunità di leggere insieme ancora una storia a mezzanotte, ma, io sono di parte, l'amore per le storie ed il racconto è una delle poche battaglie per le quali vale la pena spendersi completamente. 

Nota per la lettura: non sono né interior né graphic designer, sono una bismamma a letto da un mese con l'influenza che in un momento di forza e lucidità è riuscita a scattare le foto con l'iPhone, spremere anche l'ultimo neurone per scrivere il post e caricare il tutto alle due di notte sdraiata su u nfianco nel lettone con la ciucciatette in azione. Non ho messo a posto i giochi prima di scattare, non ho ritoccato le foto e ho anche beccato una giornata di pioggia per lo shooting! Ecco, siate clementi e non ridete troppo ve prego!



Una stanza per uno è diventata per due senza sacrificare lo spazio

Cosa non mi piaceva della precedente cameretta

L’armadio. No, non era un armadio, era un sarcofago che occupava un’intera parete senza compensare tale ingombro con un’altrettanto ampia capacità di contenimento. L’armadio di cui parlo era tutto quello che rimaneva, dopo il trasloco, della cameretta acquistata mentre ero ancora incinta di Diego: armadio a ponte, letto con contenitore estraibile, cassettiera settimino, scrivania, tutto pronto per accogliere un dodicenne, non un neonato! All’epoca pensavamo di aver fatto un acquistone furbissimo, ma ben presto ci rendemmo conto della sua inutilità e della nostra ingenuità. 

La mancanza di bellezza. Guardate che non è una sofisticheria, la bellezza è importante! Se ci piace un posto ci stiamo volentieri, altrimenti ce ne andiamo o ci passiamo il minor tempo possibile. I mobili di diverso stile non si armonizzavano tra di loro e non c’era niente che inviasse il messaggio “Dai vieni qui che si sta bene”. Non c’erano personalizzazioni alle pareti, foto, disegni o ricordi dei bambini. Il bianco era troppo bianco!

L'illuminazione inesistente. Nonostante la cascata di luce che ogni mattina si riversa dentro la stanza, al pomeriggio bisogna fare i conti con la rotazione solare e tocca accendere la luce. Il soffitto è molto alto e la stanza risultava sempre poco illuminata e piena di ombre. 

La zona letto trascurata. Il letto era sempre ricoperto da un foulard in estate o da una coperta in inverno. La pigrizia, considerato che Diego dormiva e dorme tuttora in camera con noi (per onestà, lui non è interessato ad andarsene e a me piace pure sentirmelo vicino), mi ha portato a trascurare questo angolo di camera. 

La solitudine dei numeri primi. Troppo spazio per uno soltanto! L’arrivo di Giulia, invece, mi spingeva a vederla come una stanza per due e, quindi, all’appello mancavano un letto e un armadio! Insomma, una stanza che fino a quel momento era stata "per uno", doveva diventare "per due", ma senza che i mobili cacciassero fuori i legittimi proprietari!

Cosa invece mi piaceva e intendevo valorizzare

Sicuramente l’abbinamento bianco-legno, molto nordico, molto pulito, essenziale. Non amo i colori abbacinanti (dei quali ci si stanca ben presto) delle camerette componibili che vendono nella maggior parte dei negozi di arredamento. Quella che avevamo comprato noi in un primo momento abbinava (pseudo) legno ciliegio e arancione e in cinque anni ogni volta che ci passavo davanti mi chiedevo “ma come cavolo hai fatto?”
Per questo, quando ho visto la nuova serie Hurdal di Ikea me ne sono innamorata! 


Mi piaceva molto, invece, il bianco dello scaffale Expedit (oggi Kallax) e del letto in ferro con il legno del parquet, quindi abbiamo deciso di prendere un altro letto (Minnen di Ikea) e staccare i due scaffali, prima affiancati, per disporli sui due lati lunghi della stanza. Trovo che Expedit, o Kallak, si presti molto bene come espositori di giochi che, in questo modo, risultano accessibili e facilmente riordinabili, mentre non amo invece le soluzioni “prendi e butta tutto dentro”, che non mostrano il loro contenuto e non aiutano né la scelta da parte del bambino, né l’ordine perché per forza per scegliere bisogna prima tirare tutto fuori! 





Ogni cosa al suo posto, un posto per ogni cosa

Per i libri, invece, almeno per quelli che sono letti più frequentemente, preferisco che ci sia un espositore dedicato, che mostri la copertina e faciliti così la scelta. Trovo che Ribba di Ikea sia perfetto e, in più funge anche da comodino! Le mensole, sono Lack.

L’ampio spazio a terra. I miei figli sono ancora piccoli e per loro avere spazio per giocare è sicuramente la caratteristica più importante che la loro cameretta debba possedere. Ho pensato quindi di sfruttare le pareti laterali per collocare gli armadi ed i lettini, nonché utilizzare delle strutture letto allungabili che, per il momento, possono rimanere più piccoli di un normale letto singolo, ma che, crescendo, possano seguire le dimensioni di un adulto. 





L’adesivo a parete con le strofe di “Mio cucciolo d’uomo”. Non è solo una canzone, ma una vera e propria poesia, anzi, una spassionata dichiarazione d'amore! 
Sono una donna di parole scritte, lette, pronunciate e ascoltate, messaggio più efficace non so veicolarlo se non con le parole e così, ho pensato di riempire quella parete con altri meravigliose parole, come un murales, ma con un tocco di colore.


10 cose da fare tutti i giorni:

Lavati il viso
Guardati allo specchio e fai un’espressione buffa
Vestiti di ottimismo e voglia di fare
Esci, lascia respirare le idee
Provaci sempre, almeno una volta, con tutte le tue forze
Impara ogni giorno una cosa nuova
Sii gentile ed educato
Abbraccia e regala sorrisi
Senti, con tutto il tuo cuore
La sera, prima di addormentarti, chiudi gli occhi e chiediti se sei felice


Un particolare ringraziamento ad Ottavia di Le Creazioni di Topilde che ha realizzato la cascata di stelle colorate sopra il lettino di Giulia e le ghirlande appese alle mensole sul letto di Diego! 
In più, nel pacco ho trovato a sorpresa questi due coloratissimi e dolcissimi nastri con i nomi dei miei bimbi
Grazie ancora Ottavia, sei stata gentilissima, disponibilissima e le tue creazioni sono bellissime. 






DIY Last minute Festa del papà: il gioco della dama

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Quest’anno a scuola di Diego per la festa del papà si gioca a dama! 
Sì, avete capito bene, i bambini, insieme ai loro papà, si divideranno in due squadre e sfideranno al gioco della dama. 
Non so voi, ma io la trovo un’idea davvero simpatica. Mi piace il concetto di squadra e mi piace che con l’occasione i bimbi abbiano imparato un gioco nuovo e di ragionamento come la dama. 

Diego ed il suo papà saranno nella squadra dei rossi, felpa o maglietta non importa, ciò che conta è che siano vestiti di rosso. 
A terra è stata allestita la scacchiera con le caselle bianche e nere e loro saranno le pedine viventi. 

I preparativi a scuola fervono già da qualche tempo e le maestre stanno allenando i bambini tanto che Diego mi ha dato il tormento “Mamma dobbiamo giocare a dama, dai, facciamo una dama!”. 

Ovviamente non mi ha dato tregua finché non ho detto sì e, allora, mi sono dovuta spremere le meningi per realizzare una dama fai da te veloce, ma anche carina, che potesse essere l’occasione per un regalo per il suo papà. 

Siccome in questo periodo sono nel tunnel del cucito, e a breve ne vedrete veramente delle belle (#labiondaimparaacucire), mi sono fatta venire un’idea che presupponesse l’uso della stoffa. 

Naturalmente le caselle avranno ciascuna una dimensione diversa come testimonia la foto, ma questo scommetto che l’avevate immaginato, no?


Occorrente:
  • cotone bianco (un quadrato 50x50 cm);
  • cotone rosso (un quadrato 50x50 cm);
  • trapuntino bianco (un quadrato 50x50 cm);
  • sbieco color giallo senape circa 2 mt;
  • filo da cucire bianco;
  • filo da cucire giallo.

Allora, per prima cosa ho ricavato 8 strisce bianche e 8 strisce rosse ciascuna alta 5 cm.
Successivamente le ho appuntate sul trapuntino e poi le ho intrecciate. 
Vi conviene attaccare tutte le strisce del medesimo colore per verticale e poi iniziare ad attaccare le strisce dell’altro colore in orizzontale, incrociando e alternando i colori. 

In pochi minuti si formerà sotto i vostri occhi la scacchiera. 

Adesso cucite tutte le fila, in orizzontale e in verticale, con lo zig zag per fermare i bordi che altrimenti sfileranno.


Credetemi, ci vuole di più a dirsi che a farsi!
Infine attaccate il bordo con le spille e poi cucitelo. 
Io ho scelto un giallo senape a contrasto, ma potete scegliere i colori che più preferite. 

Per i tappi, io ho utilizzato quelli delle bottiglie del latte (ve ne servono 24 in tutto)


Per fare prima io li ho colorati con un pennarello indelebile (metà bianchi e metà neri), si poteva fare di sicuro qualcosa di meglio, ma il mio tempo a disposizione era finito!

Non mi resta che augurare una buona festa del papà a tutti bambini perché possano trascorrere una giornata di divertimento e felicità insieme ai loro papà e al resto della loro famiglia, perché non c’è regalo migliore del tempo trascorso in compagnia di chi ci vuole bene!

Detto questo… corro a stirare le felpe rosse ;)




#ioleggoperché... una vita sola non mi basta!

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Quando le Pecione hanno saputo di questa iniziativa non hanno potuto trattenersi e hanno voluto condividerla subito, anche se manca ancora un mese!



Il 23 aprile, oltre ad essere la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, in Italia sarà il giorno di #ioleggoperché, una grande iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura con l’obiettivo è di stimolare chi legge poco o chi non legge (oltre la metà degli italiani!)
Tante le iniziative virtuali e reali, fare una sintesi è impossibile, ma per darti un’idea del progetto geniale che c’è dietro riportiamo qualche passaggio del comunicato stampa.

<< Il 23 aprile 2015 in Italia sarà il giorno di #ioleggoperché, un’iniziativa dell’Associazione Italiana Editori in cui i protagonisti sono i libri, i lettori e per la prima volta, soprattutto, i non lettori.
Il nostro scopo è stimolare chi legge poco o chi non legge. Parliamo di ben più della metà degli italiani.
Abbiamo deciso di incuriosirli, con l’aiuto dei lettori.
Abbiamo deciso di farlo in modo originale ed efficace.
Abbiamo deciso di mettere al centro di questa iniziativa i libri, le persone, tutte le istituzioni e le iniziative che hanno a cuore la lettura e, in generale, la cultura.
Gli editori hanno individuato 23 romanzi e un “libro chiave” di Daniel Pennac.
Piccoli tesori pensati e scelti proprio per chi ancora non legge. Un doppio dono speciale ai non lettori, perché porta con sé anche la generosa rinuncia dei diritti d’autore da parte dei 24 autori.
Abbiamo deciso di affidare 240mila libri a migliaia di lettori appassionati, che chiameremo Messaggeri: a loro volta, affideranno ad altrettanti lettori “assopiti”, in tutta Italia, questi strumenti di piacere e di divertimento, i libri.*


Saranno Messaggeri “Pronti a tutto”, proprio come recita la nostra campagna di comunicazione. Messaggeri pronti ad affidare a parenti, amici, colleghi e sconosciuti una copia speciale di un romanzo bellissimo.
Per la prima volta avverrà in modo capillare, a scuola e all’università, al lavoro, nelle librerie e nelle biblioteche fino alla Piazze. A unire questi snodi sarà il treno che, grazie a un accordo con Gruppo
Ferrovie dello Stato italiane, idealmente permetterà ai Messaggeri di arrivare davvero ovunque.
A questa rete fisica si affianca una piattaforma digitale, www.ioleggoperche.it, in cui i Messaggeri possono iscriversi, in cui tutti possono aderire, giocare con le citazioni e con i social, diventare una community.

Grazie a tutto questo e ad iniziative originali, diffuse su tutto il territorio nazionale, come Crossa un libro–rivolto alle scuole- e Piazza un libro–in numerose piazze italiane-, sensibilizzeremo i “non lettori” ad avvicinarsi al libro e alla lettura. >>

(*Purtroppo i kit da regalare sembrerebbero già terminati, ma forse a breve verranno distribuiti nuovi kit in edizione digitale!)

#ioleggoperchéperò è già iniziato: le Pecione hanno aderito come messaggere e parteciperanno, attraverso i social, al mese di sensibilizzazione che ci porterà fino al 23 aprile.

Ami leggere? Registrati subito e diventa un messaggero anche tu!
Le Pecione sono “pronte a tutto” e tu?

Scopri di più su www.ioleggoperche.it oppure sulle pagine dedicate di Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Youtube

Fasciatoio da viaggio pieghevole fai da te: si può fare!

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Non so da voi, ma da queste parti stanno nascendo un sacco di bimbe e visto che sono tutte figlie di mamme sprint, ho pensato che un fasciatoio pieghevole da tenere sempre in borsa durante le loro scorribande fosse un regalino di benvenuto ideale!
Ho cercato su internet e ho trovato questo tutorial per un fasciatoio da viaggio su All Free Sewing.
Il progetto mi è piaciuto subito perché oltre al semplice piano di cambio, prevede due comode tasche che si ripiegano all’interno e permettono di avere sempre dietro l’occorrente per un cambio lampo (pannolini puliti, salviette, cremine…). Il vero punto di forza del tutorial però, è che in fondo alle istruzioni si trova un video molto chiaro!
Istruzioni a parte, una volta raccolto il materiale vi basterà premere play e pausa per essere guidate passo a passo da Maureen, che avrà anche la pazienza di tornare indietro e ripetere tutti i passaggi un po’ più ostici ;).

Con le tasche aperte si ha facile accesso a tutto l'occorrente per il cambio. E vogliamo commentare quei piedini?
Vi serviranno, oltre alla macchina da cucire, solo due rettangoli di stoffa per l’esterno e per le tasche (anche con fantasie diverse) e uno di tessuto impermeabile delle dimensioni che preferirete, un elastico, un bottone. Ah… e un convertitore online da pollici a centimetri se non volete impazzire! ;)

Invece che il vinile suggerito nel video, che mi dava un po’ l’idea di cosciotti appicciccati con il caldo estivo, io ho scelto di usare della spugna cerata, di quella che si usa anche per riparare i materassi da eventuali perdite notturne. La spugna ha il duplice vantaggio di lasciare il cotone a contatto con la pelle del bambino e la parte cerata all’interno ed essendo un tessuto “sanitario” può essere lavato ad alte temperature, al contrario del foglio di vinile, che si squaglierebbe.

Le tasche ripiegate e l'etichetta personalizzata. Che tocco di classe, eh?!

Per l’esterno ho scelto questa stoffa a pois che qualcuno di voi avrà già avuto modo di intravedere sulla nostra pagina Facebook o sul mio profilo Instagram.
La chicca di prevedere una chiusura ad elasticoè perché in questo modo il fasciatoio, una volta finito, potrà essere richiuso con una mano sola, ché di mani -si sa- le mamme non ne hanno mai abbastanza!

Il fasciatoio ripiegato sembra proprio una simpatica pochette.

















Vi confesserò che prima di lanciarmi nel fasciatoio vero e proprio, ho fatto un po’ di pratica con una versione di fasciatoio mini per far giocare la mia nipotina. E ovviamente le ho cucito anche i pannolini per le bambole in coordinato! Anche se in questo caso dire “cucito” è forse troppo :P

Che esperienza avete con questo tipo di fasciatoio, lo trovate utile?
Se vi ho abbiamo invogliato a cimentarvi con questo fasciatoio da viaggio fai da te e volete saperne di più, chiedete alle Pecione e chissà che non ne esca un tutorial ad hoc prossimamente…

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