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La bellezza autentica: intervista ad Alessandra Crinzi best blogger Igers Awards 2015

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Un anno fa, qui e quisostenevamo la campagna promossa da Dove  per la “bellezza autentica”. 



Parla a tua figlia prima che lo faccia il mercato. O un uomo poco intelligente.
Proponile un modello di bellezza diverso, il suo, che è bello proprio perché unico e irripetibile.
Aiutala a trovare la bellezza dentro di sé.
Assicurati che cresca indipendente e che la sua sicurezza di sé non dipenda dall'adesione o meno a certe forme e modelli, né dal riconoscimento degli altri.
Mostrati sicura di te, in primis; esponiti, sii consapevole di quanto sei bella!
Guardatevi insieme allo specchio e fate le boccacce. Sorridi dell'immagine riflessa, ma soprattutto di quello che contiene e se le due cose non corrispondono, cerca di capire il perché. Sii per lei d'ispirazione nell'essere, prima che una bella donna, una bella persona, con la sua intelligenza, la sua sensibilità, i suoi talenti.
Che te ne renda conto o meno, sei il primo punto di riferimento di tua figlia come donna. Tutti i complimenti del mondo non potranno mai compensare l'imprinting di una donna che non si piace, che è ossessionata dal peso, dal naso, dalle orecchie, dal poco seno, dai troppi fianchi, dai denti storti. Essere oggettivamente belle è genetica, è fortuna, chiamatela come volete; ma sentirsi belle è un'attitudine. È su questa che possiamo, e dobbiamo, fare molto, a cominciare da noi stesse, cambiando il sistema prima che faccia altri danni. 



In quei giorni anche Claudia Porta proponeva di raccogliere nuovi modelli femminili per le nostre figlie sotto l’hashtag #talktoyourdaughter:

Siamo in molti  (e soprattutto in molte) a fare i timidi davanti all’obiettivo, o a inorridire di fronte agli scatti che ci ritraggono. Non vediamo altro che quella ruga, impercettibile agli altri, o le occhiaie, risultato delle lunghe nottate passate a lavorare o ad accudire i nostri figli. Dimentichiamo che per i nostri figli una nostra fotografia (con tanto di rughe, pancia e doppio mento) sarà un giorno un tesoro prezioso. Dimentichiamo che chi ci ama non vuole scattare un’immagine da copertina, ma vuole un’immagine di noi. Dimentichiamo che siamo belle così, e che l’ideale a cui aspiriamo è – appunto – un ideale. Quando ci siamo messe in testa di non essere belle? Quando il vaso del condizionamento è traboccato, togliendoci ogni speranza? Cosa possiamo fare perché le nostre figlie non cadano in questo tranello?

A un anno di distanza vogliamo ancora ribadire il nostro impegno per la bellezza autentica e vi proponiamo un’intervista ad una ragazza simpatica, intelligente e con due occhi blu da svenimento.
Autrice del blog Crinzi e a capo, editorialista per Il Corriere della Città ed ideatrice, insieme al suo fidanzato, del brand Bemonkey.


Alessandra ha uno stile fresco e ironico. Ci ha colpito perché è ben consapevole della responsabilità che comporta gestire una pagina di moda e dell’influenza che questa può esercitare su comportamenti e valutazioni di molte donne, soprattutto giovani. Il suo messaggio è chiaro: siate sempre voi stesse, unicamente e meravigliosamente imperfette. Amatevi e accettatevi per quello che siete, non avete bisogno di alcuna approvazione dall’esterno.
Purtroppo, molto spesso, capita che la prima critica più feroce di una donna sia proprio se stessa. I suoi occhi troveranno sempre quel difetto che gli altri non vedono o non credano affatto sia un difetto. Amatevi ed accettatevi, siate voi stesse.
Un sorriso sano, di una donna che si vuole bene e si prende cura del proprio corpo, è la più bella immagine che possiamo sperare di riflettere.
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DISCLAIMER: Allora, come oggi, per gli spot che vi proponiamo ovviamente questo blog non riceve alcun compenso :)
I testi per le domande sono presi da "i deliri di penna" di penna, come li definisce lei stessa.




Che ti guardi allo specchio e non ti piaci, che guardiamo le altre e invece per noi sono meravigliose
D: Alessandra, cosa vedi nel tuo specchio? 

Come prima domanda non c'è male, hai preso subito il centro. Nel mio specchio vedo una donna di trentadue anni con combatte giornalmente con una visione distorta di se stessa, ma essendone consapevole non la subisce, tutt'altro. Non importa quello che la mia mente vede, ma quello che il mio cuore riflette. 

“Lo ammetto, per lungo tempo sono stata quella che puntava al fisico perfetto: tremendamente insicura, sottopeso, pallida, stanca e con uno sguardo che non riconoscevo più. Non ero io e dovevo ritrovarmi” 
D: In che modo sei riuscita a trovare l’equilibrio necessario per accettarti

Negli ultimi dieci anni è sempre stata lotta continua con me stessa, ma la bulimia, come ogni disturbo del comportamento alimentare non si combatte facilmente. In verità c'è stata una goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nel 2011 sono stata ricoverata in ospedale per problemi vari - preferisco non addentrarmi - e ci sono rimasta per circa due settimane. In quel periodo stavo già meglio rispetto a prima, ero fuori dalla malattia, ma non ero convinta di volerne fare a meno. Mangiucchiavo, contando le calorie in modo paranoico, facevo molta, troppa attività fisica, fumavo come una disgraziata e prendevo anche la pillola anticoncezionale, che, abbinata al fumo e alla mia vita completamente sregolata, ha portato a spiacevoli conseguenze e ad un ricovero d'urgenza.
Quelle due settimane mi hanno aiutata a capire quanto fosse meravigliosa la vita fuori da quel reparto e quando sono uscita ho iniziato a vivere in modo diverso. Ecco, sì, è partito tutto dalla consapevolezza e anche un po' da paura. Se prima facevo finta di lottare, da quel giorno ho iniziato a farlo sul serio.

“Sono arrivata a farmi piacere i miei ‘morbidi’ fianchi, sapete il perché? Perché questa sono io e ho imparato ad amarmi e rispettarmi per quello che sono, non imponendo al mio corpo la fisicità che ci viene inculcata e quasi imposta. Io non so se ve ne siete accorte, ma passiamo più tempo a sentirci insicure e lamentarci di come siamo fuori, dentro, a destra e sinistra, che a goderci, come giustamente dovremmo, la vita.”
D: Spesso pubblichi foto di taglie morbide, denunci le taglie eccessivamente striminzite di alcuni brand e non perdi occasione per sdrammatizzare espressioni da funerale di alcune modelle molto magre, ma è davvero così difficile non prendersi sul serio nel mondo della moda?

Potrà sembrarti assurdo, ma io e il mondo della moda abbiamo un rapporto molto conflittuale perché i suoi schemi, i suoi canoni, a parer mio sono folli. E ti dirò, io sono convintissima di stare sulle palle alla moda come lei, per certi versi, sta sulle palle a me. Parliamoci chiaro; hanno modificato le taglie facendoci sentire inadatte quando invece di inadatto non c'è nulla, se non i tessuti dei capi, sempre più striminziti. In che senso? Nel senso che io che sono una 42 faccio fatica ad entrare nel L di alcuni brand è una ragazza 44 di conseguenza dovrebbe cercare di entrare in una XL. Siamo pazzi??? Ci inculcano che per essere fighe bisogna essere magrissime, bellissime, lustratissime, quando la verità è che per essere belle basta essere felici, e la felicità non è certo data dalla stupida taglia di uno stupido vestito. Guarda le fashion blogger più famose, ne conosci una taglia 42 o 44? Io no. La Ferragni sta diventando la sua ombra a causa della vita frenetica che la coinvolge. Essere magre non è un delitto e nello stesso modo in cui non lo è essere Curvy - formose, non in forte sovrappeso, perché quello fa male - ma di un magro naturale e non "imposto" da diete affamanti, altrimenti è no, diventa pericoloso.




Outfitspertutte [NDR ora Crinzieacapo], l’ho fatto riflettendo proprio su questo, con lo scopo d’essere alternativa alle altre pagine di moda e pensando a tutte le donne che sfogliando riviste, guardando la tv, o semplicemente camminando per strada – vuoi perché non sai cosa indossare, vuoi perché hai qualche kg in più – provavano disagio e conseguente insicurezza nei confronti delle altre persone. Insomma, donne come me” 
D: Quali sono i tuoi modelli femminili di riferimento?

Mia madre è l'unico modello femminile al quale mi ispiro tutti i giorni della mia vita. Lei ha un vissuto molto particolare, dei trascorsi poco sereni, un'esistenza estremamente movimentata, ma nonostante questo è riuscita ad essere una moglie stupenda ed una madre sempre presente e meravigliosa. È una bellissima donna, intelligente, brillante, ironica. Quando apre bocca fa tremare chi ha intorno perché dice sempre quello che pensa. Le assomiglio per certi versi, e questo mi rende fiera. 

“Non ci si deve accettare come si è”. Il “difetto” va eliminato e se una nostra caratteristica fisica non ci garba possiamo modificarla, dobbiamo cambiarla, anche prima di finire il liceo, o prima di aver perso la verginità, perché questo è quello che conta. Non è importante andare a scuola, studiare, rapportarsi al di fuori di un social con i coetanei, le pagelle, i telefilm in tv, le telefonate con le amiche, le passeggiate, il cinema, il concerto dei One Direction o di Vasco. No. Quel che conta è apparire, poi fottesega dell’essere, tanto sui social, con i selfie, quello non traspare, almeno, non come due grosse tette finte” 
D: I social sono davvero soltanto una vetrina per apparire o possono anche essere un importante strumento per proporre un modo diverso di essere?

Le frasi sopra riportate sono estrapolate dal pezzo che ho scritto dopo aver notato lo "sviluppo improvviso" del seno di Chiara Nasti, altra fashion blogger molto famosa sui social. Fu scioccante, credimi. A prescindere da questo i social network sono una strumento pazzesco per chi come me vuole cercare di lanciare messaggi diversi dai soliti. In un mondo basato sull'apparire chi basa il suo lavoro "sull'essere" ha molte difficoltà nel riuscire ad essere ascoltato, ma posso dirti per esperienza personale che non è così difficile, soprattutto perché molta gente, come me, si è stufata di tutta questa apparenza e ha bisogno di verità. 

Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita . Comprenderlo, aggiungo io, è il traguardo più importante di ogni essere umano.” 
D: E’ questa, secondo te, la bellezza autentica?

Assolutamente sì! Prendila pure come una banalità ed effettivamente lo è, ma la bellezza vera non comprende solo la consapevolezza di quanto sia importante amarsi e rispettarsi, ma anche l'animo della persona, la sua mente, il suo cuore. Ditemi cosa ve ne farete di un cervello vuoto, quando il vostro amato deretano non riuscirà più a combattere la forza di gravità, quando le rughe segneranno i vostri visi e le tette vi arriveranno ai piedi. È giusto curare il proprio corpo, è giusto fare attività fisica - io sono la prima a svolgerla regolarmente - ma non è giusto basare tutto su addominale, tette e culo, perché quella bellezza ha un tempo, la consapevolezza del proprio io, no. 




D: Insieme al tuo fidanzato avete recentemente inaugurato una nuova linea di bikini del brand Bemonkey, che esperienza è stata?

Quando parlo di Andrea mi vengono sempre gli occhi lucidi, soprattutto nell'ultimo periodo perché sono talmente tanto fiera di lui che non riesco a non manifestare la cosa. Bemonkey non sono io, ma lui. Personalmente ho contribuito e contribuisco, ma lui ha curato tutto nei minimi dettagli e nel migliore dei modi possibili. È una bellissima esperienza, i nostri bikini insieme ai boardshorts uomo, hanno fantasie nuove e fresche, ma soprattutto sono interamente Made in Italy, caratterizzati da materiali di alta qualità, cuciti semi artigianalmente. Insomma, abbiamo puntato in alto e siamo felicissimi di come stanno andando le cose. Acquistabili sullo shop online www.bemonkeyofficial.com, abbiamo pensato ad ogni gusto e taglia, abbiamo scelto delle mutandine molto femminili, ma adatte anche a chi non ama mostrarsi eccessivamente. Le taglie partono dalla S - 38/42 italiana - per arrivare ad una comoda XL - 46/48 italiana -. Insomma, sono fiera del nostro lavoro, di Bemonkey e dell'uomo che ho accanto.

Grazie Alessandra! Miglior Blogger agli Igers Awards 2015.





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